VIAREGGIO. “Da oltre un mese, mancando il vecchio ponte girante, chi vive, lavora o studia “di là dal molo” sa che epopea deve affrontare con ogni mezzo di trasporto. Tutto il peso del traffico si concentra sui due ponti restanti nel centro, quello di Pisa e quello della via di scorrimento entrambi poi confluenti sulla povera via Coppino, un budello sganasciato da camion, auto e autotreni di varia sorta, quand’anche da barche al rimorchio”.

Lo scrive Gabriele Chelini del Movimento dei Cittadini per Viareggio e Torre del Lago.

“Torna purtroppo sempre all’attenzione come la ormai storica questione relativa all’ultimazione dell’asse di penetrazione, sia una necessità improrogabile per le sorti di Viareggio; non è possibile pensare che la Darsena, il porto e le attività connesse debbano sopravvivere grazie a due “ponticelli” e un cavalcavia secolare, con un asse che sfocia nella stretta Via Nicola Pisano e quindi di nuovo dopo una serpentina alla stazione vecchia, in via Coppino.

Quello che mi preme fare presente è che ad oggi l’asse di penetrazione è un’opera inutile se la si considera ultimata così com’è sulla via Nicola Pisano (o in futuro sulla via Indipendenza). E quindi delle due l’una:

1) l’asse non serve. Allora realizzarla a metà per portarla fino in via Nicola Pisano è un insulto all’intelligenza media e alle tasche dei soliti contribuenti. Tutto infatti ritorna sulla solita via Coppino, anche quando il secondo lotto sarà terminato (quando?) fino alla via Indipendenza, parallela alla pineta e notoriamente non proprio una superstrada!

2) l’asse ha ancora un senso. Bene, io sono certo che lo abbia. In funzione del porto, della nautica, del turismo sulla marina di levante, salvo se altro! E a chi mi dice che la nautica è morta rispondo che tanto varrebbe chiamare una ditta e provvedere al riempimento del Porto con buona terra di campagna. Un bel parcheggio scambiatore con campo da golf e via! Un porto senza fondale, senza equilibri, con una nautica in crisi da anni (ma fino a pochi anni fa era l’unico paradiso “che tirava”) non sono certo elementi per snaturare la città dalla sua vocazione principale e storica. Anzi, è da qui che si deve ricominciare.

E’ plausibile ed auspicabile che si riprenderà, ripensata in modi diversi coerentemente con i nuovi scenari e le avvisaglie moderatamente positive che si intravedono all’orizzonte.

A tal fine è la politica che, allorché sarà chiamata a dare risposte concrete e non più dettate dalle solite manfrine, dovrà dare una accelerata a quei meccanismi che permettano di sterzare bruscamente dal nulla nel quale ci troviamo oggi. Perché anche i milioni spesi dai contribuenti per realizzare l’asse dalla superstrada a via Nicola Pisano non restino un’opera morta a ricordare decenni di cattiva amministrazione.

Peraltro, pare che a livello regionale si stia pensando di “scollegare”  l’ultimazione dell’asse dalla realizzazione della banchina commerciale e del triangolino, affinché queste opere previste dal Piano Portuale vengano realizzate quanto prima. Questa è una buona notizia dato che ahimè la realizzazione dell’ “eterna incompiuta” pare ad oggi sia divenuta insensatamente cosa diabolica”.

 

 

 

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